28.09.2017 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Papa Paolo VI il 2 ottobre 1974, parlando al Pontificio Consiglio dei Laici, disse che “«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni».
Siamo continuamente “bombardati” da parole, discorsi, opinioni, proclami, promesse vane e inutili…tanto che ci stiamo creando una specie di corazza, per cui non si ascolta più, non si riesce a fare ordine tra tanti stimoli continui.
Abbiamo un grande bisogno, proprio come disse Paolo VI, di vedere “fatti”, di scoprire che è possibile un modo di vivere che sappia realizzare quello che la Parola del Signore promette. Solo “Chi ascolta le mie parole e le mette in pratica”, dice Gesù nel discorso della Montagna del Vangelo di Matteo, costruisce la sua vita sulla roccia: perché rischiando, scegliendo per la via di Dio, spesso la più difficile, può sperimentare che la Sua Parola si compie.
E’ l’uomo del Vangelo che all’inizio risponde col sentimento, d’istinto: “non ne ho voglia”. Non è facile infatti aver voglia di perdonare, di respingere e combattere i nostri sensi, di vincere il desiderio di essere sempre lodati e di aver ragione, di accettare il rifiuto e la derisione di essere “separati dalla furbizia dei tanti”: non ci viene spontaneo. Occorre chiedere al Signore, confidare nella Grazia che opera in noi.
La conversione è proprio questo: saper tornare indietro dalle nostre ragioni, dalle nostre voglie e scegliere la via più difficile per seguire Cristo. Allora, proprio come Lui, potremo sperimentare la potenza e la fedeltà di Dio. Mettendo in pratica la Sua Parola.