16.06.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Nessuno desidera vivere una vita sprecata, inutile.
Il vero problema che abbiamo è che pensiamo che una vita realizzata significhi una vita di successo, di soddisfazioni, di applausi… Tutti cerchiamo la gloria umana, riuscire, essere qualcuno.
Ma allora perché Cristo parla di Croce? Gesù Cristo è venuto a caricare su di sé i peccati del mondo, un mondo che pensa proprio il contrario di Gesù Cristo. Questo è incomprensibile anche agli apostoli: a Pietro che dice a Gesù “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai”, Gesù lo rimprovera dicendoli “Lungi da me Satana, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini”. C’è un modo di cercare la vita secondo il mondo, e uno secondo Dio: “se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso..”.
Ma allora il cristianesimo è un cammino ascetico? Per nulla: seguire Cristo è mettere Dio al primo posto, cercare in Lui la vita, cercare la sua Santa volontà, ma nella vita concreta, nei fatti di tutti i giorni, dal lavoro alle preoccupazioni, dagli affetti ai soldi.
Seguire Cristo, è scoprire che possiamo vivere una vita realizzata, una vita in cui affidandoci a Lui, diventiamo capaci di donarci: alla famiglia, agli amici, alle difficoltà, al lavoro. Legati dalla paura di rischiare, sempre attenti al nostro tornaconto, possiamo trascorrere una vita grigia, piatta, egoista, sempre preoccupata del domani, legata a un successo meschino, alla ricerca di una sicurezza: una vita vuota, che ci porta alla tristezza, a rimanere soli. La più grande schiavitù, la tentazione è proprio quella della “paura al rischio dell’amore”: quando incontri Cristo e quando deciderai di seguirlo sul serio, mettendolo al primo posto, entrerai nella Gioia di chi sa donare, di chi sa amare, in fondo che “accetta il rischio di amare”. Chiara Corbella Petrillo ha scritto nel suo testamento: “..posso solo dirti che l’amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto di amore, viviamo per amare ed essere amati, e moriamo per conoscere l’Amore vero di Dio”.
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