11.02.2024 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Il Cristianesimo è essere liberi dalla lebbra più grave, il peccato che rende la nostra vita un inferno già qui sulla terra: solo l’incontro con Gesù ci dona questa vittoria sulla morte, che il Signore ci ha guadagnato con la Sua Croce: è meraviglioso sapere che già oggi possiamo avere la caparra della vita eterna, la certezza che noi non moriamo.
Incontrarci con Lui significa entrare nel mistero della vita, perché Cristo è venuto a dare senso alla nostra vita e a spiegarci il perché, il perché delle malattie, della sofferenza, della vecchiaia, della morte e delle guerre.
Ma sappiamo che c’è il peccato: l’uomo è libero, Dio lo ha fatto libero, l’uomo può nella sua libertà occupare il posto stesso di Dio; e uccidendo Dio in sé la sua vita perde senso, l’uomo diventa tiranno, crudele, vendicativo, appoggia la sua esistenza sul denaro. Diventa una belva.
Per questo uomo, che deride Cristo, gli altri sono gente da usare o per il suo piacere, anche con l’amicizia, o da detestare perché sono scomodi, perché sono stupidi, perché non mi danno niente; sempre da usare perché io sono il centro di tutto.
Questa è la maledizione del peccato; Io sono al centro.
Io devo essere il migliore, non deve fare caldo, non mi deve far male la gamba, non mi deve far male la testa, mio marito deve essere un agnellino, mia moglie deve essere molto buona.
Io il centro del mondo.
Come potrà salvarsi quest’uomo?
Come il lebbroso del Vangelo di oggi: supplicando Gesù “«Si vis, potes me mundáre», “Se vuoi, puoi guarirmi”!
Mons. Antonio Interguglielmi