29.12.2024 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

«Dove troveremo le parole per descrivere la beatitudine di un matrimonio congiunto dalla Chiesa, confermato dal sacrificio eucaristico e suggellato dalla benedizione, che sono gli angeli ad annunciare e il Padre a sancire?» (Tertulliano, Alla moglie, II, 8).
Gesù è vissuto come noi in una Famiglia e tra i tanti doni ci ha lasciato ha dato all’unione benedetta tra l’uomo e la donna il compito di esprimere l’immagine dell’amore di Cristo con la Chiesa, grazie al dono dello Spirito Santo: non solo, ci ha mostrato attraverso la Santa Famiglia di Nazareth dove Lui ha vissuto il modello che siamo chiamati ad imitare nelle nostre famiglie.
Anche nel Vangelo di questa domenica, Gesù mostra come compiere la volontà di Dio, come rispondere alla missione a cui ci chiama il Signore, fino a dover sacrificare l’affetto che ha per i suoi genitori, la Vergine Maria e San Giuseppe, perché deve compiere la volontà del Padre. Questo è necessario tante volte per accogliere il progetto di Dio e lasciarsi guidare dalla Sua volontà.
Dinanzi a quello che non capiscono, Maria e Giuseppe, ci danno l’esempio per tutte le nostre famiglie, in particolare per i genitori: è necessario essere disposti a sacrificare i nostri legami, soprattutto quelli affettivi, che spesso ci ostacolano. Nella famiglia i genitori devono chiedere questa libertà con i propri figli, che non sono la proiezione dei loro progetti, ma chiamati a compiere nella libertà la volontà di Dio.
Tutto questo è possibile se nelle famiglie “accogliamo” Gesù: le aspettative deluse, che sono spesso all’origine delle crisi del matrimonio, l’incapacità che si prova di amare l’altro quando non corrisponde alle nostre attese, non mostrano che abbiamo sbagliato, ma che per vivere il matrimonio abbiamo bisogno del Signore. Solo con Lui potremo accettare la debolezza e i limiti dell’altro, senza pretendere di cambiarlo.
La famiglia non ha bisogno di schemi psicologici, ma della forza della grazia che, in virtù della partecipazione alla vita della Chiesa, rende capaci di superare tutte le prove: vivere la carità verso il prossimo “più vicino”, attraverso la preghiera, il perdono, per ricevere ogni giorno la gioia di donarsi alla famiglia. Come nella Santa Famiglia di Nazareth.

Condividi su: