01.02.2017 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma)
«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» questa frase che Paolo VI pronunciò in un’udienza al Pontificio Consiglio per i laici nell’ ottobre del 1974, potrebbe essere considerata come l’attualizzazione del brano del Vangelo di questa domenica.
Quello che oggi ci chiedono gli altri, di essere questo “sale” che dà Speranza, questa “Luce”, nelle tante tenebre in cui siamo immersi ogni giorno: menzogne, prepotenze, cattiverie, maldicenza, invidia, violenza, falsità.
Tutto questo ci rende tristi, ci getta nella sfiducia e nella paura.
Ma chi porta con sé lo Spirito di Cristo, chi ha conosciuto il Suo Amore, fa presente una realtà diversa: che è possibile vivere felici senza calpestare gli altri, che si può anche accettare di essere trattati ingiustamente, come essere messi forse da parte sul lavoro senza vendicarsi o sparlare, talvolta di non essere capiti in famiglia, senza per questo giudicare e chiedere giustizia.
Tanti intorno a te stanno aspettando che tu possa essere testimone di questa Speranza: non una persona perfetta che non sbaglia mai, un automa programmato per essere “buoni cristiani”, perché questo non aiuta nessuno.
Ma aspettano qualcuno che sia capace di non giudicare, perché ha conosciuto nella Sua debolezza la Misericordia di Dio, che sia capace di chiedere perdono quando sbaglia e così sempre disposto a perdonare l’altro, qualcuno in fondo che porti in sé l’Amore e la tenerezza di Cristo Gesù.
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