25.02.2024 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Quando un uomo incontra Cristo la sua vita cambia profondamente, fa la stessa esperienza degli Apostoli del brano del Vangelo di Marco di questa seconda domenica di Quaresima, che assistono alla trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor: un’esperienza che gli preannuncia la futura Resurrezione di Cristo e di chi lo segue.
Sul Tabor ci sono anche Mosè ed Elia, che rappresentano la legge e i profeti, cioè l’Antico Testamento che trova piena realizzazione in Cristo attraverso il mistero pasquale: è con la morte e la risurrezione del Signore che le promesse dei profeti si compiono e che la legge si trasforma in un dono della grazia del Risorto.
Il Signore ci chiama a cosa grandi e l’incontro con Lui trasforma la nostra vita.
In questo tempo siamo chiamati in modo speciale a riscoprire questo incontro, perché Cristo sta aspettando per portarci con Lui a fare esperienza della Resurrezione, già oggi, nei fatti concreti della vita: non importa tanto quello che sei, ma conta lo “stare con Lui”, come sul Tabor “, poter ascoltare Gesù, seguirlo e riconoscere che con Lui anche noi siamo il “Figlio prediletto”.
Il desiderio di Pietro di rimanere in quella situazione gloriosa diviene anche il nostro desiderio, ma per essere realizzato occorre seguire il Signore dapprima sulla via della passione, entrando con Lui nelle difficoltà che viviamo oggi: ecco che la Quaresima e la Pasqua rappresentano il cammino dell’uomo verso la sua liberazione, ci riaprono alla Speranza.
Stare con Cristo è non avere bisogno di altro, voler rimanere in compagnia del Suo Amore perché questo ci riempie più di tutte le vane consolazioni del mondo: «Signore, quanto è bello stare con te!»

Mons. Antonio Interguglielmi

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