11.01.2020 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Con la festa del Battesimo di Gesù termina il tempo di Natale: allo stesso modo, nella storia di Salvezza, termina il tempo della legge e inizia quello della Grazia.
Una Grazia che riceviamo perché Cristo si è fatto simile in tutto a noi, tranne che per il peccato: il suo battesimo inaugura infatti la creazione nuova, che riceviamo con il dono del Suo Spirito.
Ecco perché Giovanni Battista ancora non comprende e si meraviglia quando Gesù gli chiede di essere battezzato Lui stesso; Giovanni aveva annunziato un battesimo di penitenza e non capisce perché il Figlio di Dio, Dio lui stesso, abbia bisogno di farsi battezzare.
Tutto sarà chiaro alla luce della missione di Gesù: la Nuova alleanza, infatti, non sarà frutto della legge, ma arriverà come compimento del Mistero pasquale di Cristo e nel dono conseguente dello Spirito come recitiamo nel Padre Nostro nella versione del Vangelo di San Luca: “Sia santificato il tuo nome, venga il tuo Spirito su di noi e ci purifichi” (Lc 11,2- 3).
Già il profeta Ezechiele spiegava ad Israele che, se dopo il peccato verso Dio, che gli ha meritato l’esilio, il popolo desidera una relazione nuova con Dio, perché Lui gli possa donare il suo Spirito, deve essere totalmente rifatto, purificato: per questo è necessaria l’immersione nell’acqua, come lo stesso Ezechiele predice: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne». (Ezechiele 36,26). Ma quest’acqua riceve questo potere dal sacrificio di Cristo.
La manifestazione della Parola del Padre e la discesa dello Spirito Santo gli danno un significato preciso. Gesù è proclamato «figlio diletto» e su di lui si posa lo Spirito che lo investe della missione di profeta (annuncio del messaggio della salvezza), sacerdote (l’unico sacrificio accetto al Padre), re (messia atteso come salvatore).
Anche noi, in Cristo, riceviamo questo nostro mandato.
Questa domenica rinnoveremo allora le promesse del nostro battesimo, perché è tempo che questa forza “risanatrice” operi in noi, portando frutti di vita eterna.