31.01.2021
Si sente dire spesso che la “libertà di scelta” è un diritto sacrosanto.
Se siamo cristiani, come negarlo?
Dio non ci lascia forse liberi?
Liberi di scegliere, liberi di fare il bene e di fare il male. Abbiamo la libertà di donare la vita. Oppure di toglierla.
Le pagine dei giornali, purtroppo, lo testimoniano spesso.
Siamo liberi, sì, è la verità: a noi sta capire che uso fare di questo privilegio.
Santa Gianna Beretta Molla ha usato la sua libertà per dire un “Sì” alla vita che le sarebbe costato la sua, di vita.
È morta lei, per far nascere sua figlia.
E proprio perché era libera, questa scelta non può lasciare indifferenti. A me personalmente scuote, spiazza.
Mi fa riflettere.
Poteva pensare a sé stessa, curare il suo fibroma all’utero, e vivere, chi lo sa, magari 40 anni di più.
Chi l’avrebbe condannata se avesse scelto di operarsi?
Oppure poteva pensare a quella microscopica vita -un embrione di sole 8 settimane! – scegliere di mettere sua figlia davanti a lei, portare avanti la gravidanza a costo di morire.
Gianna ha scelto la seconda via, quella più difficile.
Ha scelto di abbracciare la croce.
C’è chi usa la propria libertà anche così.
Quell’embrione, oggi, è una donna.
Si chiama Gianna Emanuela. Io l’ho conosciuta ed è stata un’emozione grandissima sentirla parlare della sua mamma, vedere la gratitudine nei suoi occhi. Quella di chi sa che poteva non essere al mondo.
Non l’ha mai conosciuta, la mmma è morta 7 giorni dopo la sua nascita. Eppure la ricorda tantissimo. Non solo nell’aspetto, ma anche per il cuore buono, ancorato in Dio e fiducioso nel suo amore che non abbandona.
Potremmo pensare che Gianna sia stata un’eroina, invece era semplicemente una donna che si sentiva amata.
Apriva il cuore a Gesù, si lasciava riempire da Lui: questa era l’origine del suo coraggio. E questa potrebbe essere l’origine anche del nostro coraggio, laddove per amare veramente ci è richiesto un sacrificio. Perché possiamo scegliere di farci da soli… opoure di farci amare da Dio… Anche noi.
Gianna era una delle sante a cui mia madre, morta di tumore due anni fa, era più legata.
È grazie a mamma se ho avuto l’idea di scrivere un romanzo che mettesse in luce la spiritualità di questa grande donna.
“Tutto procede come imprevisto” racconta la storia di una ragazza, Gaia, che di fronte a una gravidanza difficile trova in Gianna una fonte di ispirazione… E capisce che dando la vita si muore solo in apparenza. Perché ogni seme sepolto, a suo tempo, riempie la terra di frutti.
“TUTTO PROCEDE COME IMPREVISTO. Il Tunnel Diventato Ponte Grazie a Gianna Beretta Molla”
Di Cecilia Galatolo
Romanzo
Mimep docete, 2020
14 euro