19.01.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

La Parola di questa seconda domenica del tempo ordinario ci presenta il racconto del Vangelo di Giovanni del meraviglioso miracolo che Gesù compie durante una festa di nozze a Cana di Galilea: è il primo dei sette segni, che in questo Vangelo svelano la missione del Signore. Una missione che cambia la nostra morte in vita eterna.
Gesù, infatti, è venuto tra noi perché la vita, che aspettavamo bella e soddisfacente, spesso, proprio come avviene in quella festa di nozze, diviene insapore, senza l’allegria di un banchetto di sposalizio. La possibilità che ritorni la festa dipende dalla presenza di Gesù tra di noi: quando Lui è accolto, ecco che tutto viene cambiato nuovamente in qualcosa di inaspettato e meraviglioso.
Questo viene descritto nel Vangelo di Giovanni attraverso alcuni simboli, che rimandano a questo miracolo: le anfore di acqua, rappresentano la mancanza di sapore; il numero 6 nella Sacra Scrittura significa l’imperfezione e la precarietà della vita; la risposta che Gesù dà a Sua Madre è il tempo che passa quando sembra che il Signore non ascolti la nostra preghiera; la fiducia della Vergine Maria è la fede che salva.
Facciamo nostre allora le parole con cui Sant’Agostino commenta questo Vangelo: «Bussiamo perché ci apra e ci inebri del vino invisibile. Anche noi eravamo acqua e ci ha convertiti in vino, facendoci diventare sapienti; gustiamo infatti la sapienza che viene dalla fede in lui, noi che prima eravamo insipienti» (Agostino, Omelie su Giovanni, 8).

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