12.01.2024 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Gesù inizia il suo ministero pubblico ricevendo da Giovanni il battesimo. Lui che è senza peccato si rende simile a noi facendosi battezzare, perché così si unisce a tutti noi, bisognosi di perdono, che abbiamo bisogno di chiedere al Signore il dono della natura nuova, di ricevere la grazia che il Battesimo concede a tutti coloro che lo assecondano.
Il nostro Battesimo è infatti come un seme, una promessa di vita piena e ricca di frutti, per noi e per tutte le persone che il Signore mette sul nostro cammino: gli altri trovano in noi un luogo dove riposare, un rifugio sicuro, una parola di salvezza. Come un seme piantato nella terra produce un albero meraviglioso, alla cui ombra si riposano i viandanti e sui cui rami gli uccelli trovano riposo e costruiscono il loro nido, così quando la nostra vita risplende della Luce di Cristo.
Perché Dio, in Gesù Cristo, ha redento la nostra natura: tutti noi per istinto siamo obbligati a chiedere agli altri “la vita”, a elemosinare affetto e considerazione, fino ad usarli per non sentirci soli, in fondo “senza vita”.
Ma quando “riscopriamo” la Grazia che il Battesimo ci ha donato, incontriamo Cristo; questo seme che si “secca”, quando ci perdiamo dietro le “passioni ingannatrici”, comincia a germinare nuovamente. Dio, in Gesù Cristo, ha compiuto il Suo Battesimo per salvarci, gratuitamente, da questa “maledizione”, dando la Sua vita in riscatto.
L’immersione nell’acqua del Battesimo è entrare in quella morte che ci costringe a fare “opere morte”, ma ad uscirne con Cristo con una nuova natura: ecco il segno della veste bianca che si riceve dopo aver ricevuto il Battesimo.
Nel battesimo tutti abbiamo ricevuto questa “natura celeste”.

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