29.09.2024 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
trappista scrittore. Un grande male del nostro tempo è l’individualismo, così che l’uomo che pensa solo a sé stesso, a darsi piacere, a soddisfare il desiderio di passarsela bene, ignora gli altri, non li vede, non si accorge di chi gli sta intorno e neppure gli interessa. Tutto intento a realizzarsi, gli altri li vede solo per usarli per i suoi scopi, oppure si chiude in una morale tutta sua, arrivando così anche a decidere di vivere il suo rapporto con Dio in maniera individuale.
Ma il Signore ha voluto chiamarci alla Salvezza come un popolo, come comunità, in cui si manifesta l’amore per l’altro, il perdono, la carità e la misericordia, fino alla correzione fraterna: “Come è bello, come dà gioia che i fratelli stiano insieme”, cantiamo spesso nelle nostre celebrazioni.
La comunità fondata da Gesù è la Chiesa, che manifesta il Corpo di Cristo, così che la santità di un membro si diffonde per il bene di tutti, ma allo stesso modo il peccato di uno ha conseguenze su tutto il Corpo: come ascoltiamo nel Vangelo di Marco di questa domenica è necessario allora poter eliminare quello che danneggia non solo noi, ma anche la comunità.
Nel suo commento a questo brano Origine afferma che l’occhio i rappresenta il vescovo (come si può leggere nella sua Omelia su Giosuè 7,6), che ha precisamente il compito di vigilare sul deposito della fede e sul comportamento dei fedeli; così quando il vescovo viene meno al suo compito il Corpo corre un grave pericolo.
Continuando nel suo commento, Origene sottolinea quindi come esistano relazioni umane pericolose, ancorché possano essere importanti per i legami di sangue o di amicizia; ma quando queste divengono un ostacolo alla sequela di Cristo, a compiere la Sua Santa volontà, è bene rinunciarvi, così come con tutte quelle cose che impediscono il nostro cammino di Santità.
Si tratta però sempre di una rinuncia per un bene maggiore, che sicuramente sul momento costa sofferenza, ma che presto darà frutti meravigliosi nella nostra vita e in quella dei fratelli.