21.02.2020 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Ci siamo mai chiesti come si riconosce un cristiano?
Non è cristiano chi va tutti i giorni in chiesa se poi, anche se fa mille devozioni e preghiere, non chiede al Signore la Grazia per perdonare quel suo parente che lo ha tradito, il suo collega o quell’amico che lo hanno ingannato, forse è solo un uomo religioso, non un cristiano.
Sono le nostre opere che “testimoniano”, di chi siamo figli, dicono se il nostro cuore è con lo Spirito di Cristo o ancora con quello del mondo.
E’ vero: tua moglie, ti ha fatto un’ingiustizia, quel tuo collega ti tradito e fatto del male. Ma se segui Gesù Cristo, se vuoi ricevere il Suo Spirito, perché pensi che a te non si possano fare ingiustizie? Gesù è stato trattato da ingiusto, Lui l’unico innocente! E tu, chi sei?
A queste ingiustizie Cristo ha risposto col perdono, così come alle nostre tante ingiustizie. Lui di fronte ai nostri tradimenti ci continua ad amare e si prende su di sé i nostri sbagli, le nostre debolezze.
Se hai fatto questa esperienza, hai provato il perdono di Gesù, non potrai che chiedere a Lui che ti aiuti a non rinnegarlo davanti alle ingiustizie che ricevi, a non vendicarti, a non rispondere “male con male”!
Ecco perché il discorso della montagna del Vangelo di Matteo, da cui è tratto il brano di questa domenica, non parla di una legge, ma di uno Spirito, un dono di Dio per chi desidera accoglierlo.
Il perdono non è mai opera nostra, delle nostre buone disposizioni, ma un regalo che nasce dallo Spirito Santo, che riceviamo da Cristo, perché Lui è venuto nel mondo per donarcelo.
Se oggi abbiamo qualcuno che non riusciamo proprio a perdonare, che ci ha fatto del male, ci ha ingannato e tradito, non possiamo che chiedere a Cristo che ci doni il Suo Spirito, perché la nostra mostri il Suo Amore.
Ecco la conversione: questo fatto, che ci ha fatto tanto soffrire, diventerà un’occasione per fare esperienza che Cristo è vivo, che la vita Eterna esiste già adesso. Perché vivere il perdono è fare esperienza di una “nuova nascita”.

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