23.04.2017 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Tommaso è il protagonista del Vangelo di questa seconda domenica di Pasqua: è dubbioso, non crede al racconto degli altri apostoli e vuole vedere con i suoi occhi, anzi “mettere le mani nel suo costato”. Altrimenti, nulla! Non crede!
San Tommaso in fondo ci sta simpatico perché spesso anche noi siamo così: vogliamo la “prova provata”, dell’Amore di Dio, non crediamo fino in fondo alla Sua Misericordia. Però Tommaso ci mostra anche la Sua Santità: quando appare Cristo, solo per lui, si commuove e non metterà le dita nel suo costato ma si inginocchia e chiede perdono.
Si tratta per Tommaso, come per tutti noi, di sperimentare la Misericordia di Dio: solo questa esperienza può cambiare il nostro cuore, duro e incredulo.
San Giovanni Paolo II per questo volle dedicare questa seconda domenica di Pasqua alla Divina Misericordia, canonizzando colei che è stata l’apostola della Divina Misericordia, Suor Faustina Kowalska.
Nell’Omelia della canonizzazione di Suor Faustina nel 2000, Giovanni Paolo II lasciò questo messaggio, oggi più che mai attuale: «Come gli Apostoli un tempo, è necessario però che anche l’umanità di oggi accolga nel cenacolo della storia Cristo risorto, che mostra le ferite della sua crocifissione e ripete: Pace a voi!… lo Spirito che risana le ferite del cuore, abbatte le barriere che ci distaccano da Dio e ci dividono tra di noi, restituisce insieme la gioia dell’amore del Padre e quella dell’unità fraterna».