14.09.2016 – di LUIGI SAITTA –
Una giovane donna napoletana si è suicidata perché in Rete circolava un video da lei stessa, senza purtroppo rendersi conto delle conseguenze, autorizzato, con le immagini divenute, impietosamente, visibili a tutti. Non è il primo caso. Altre persone, giovani, adolescenti, sono rimaste vittime dei propri errori, delle proprie leggerezze. Che fare? Ha scritto giustamente su un quotidiano nazionale Michela Marzano “le nostre armi spuntate contro la ferocia della Rete…… Manca un’educazione responsabile all’utilizzo dei social”. Servono, senza entrare nel merito di giudizi morali che non spettano a noi, delle misure adeguate per impedire questa barbarie, che calpesta ogni sacrosanto diritto alla privacy. La magistratura deve intervenire in tempi rapidi per cancellare queste aberrazioni, frutto di una società che sembra aver perduto i fondamentali valori del rispetto reciproco.
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