di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Ognuno di noi corre il rischio di vivere senza andare nella profondità delle cose della vita: si rimane in superficie, per paura o per comodità, ma poi avviene che, come nella strage della torre di Siloe del Vangelo, ad un certo momento i fatti che ci accadono ci svegliano. Sono come un campanello con cui ci rendiamo conto che stiamo vivendo senza “un senso” vero.
Dio non ci ha creati perché passiamo i nostri anni sani e pasciuti, accumulando soldi o beni, che sono destinati a scomparire con noi,
ma perché la nostra vita sia fonte di pienezza, per noi e per gli altri. Ed ecco che quando accade un fatto che ci scuote, entriamo nella verità, e si mostra per che cosa stiamo vivendo. E se ci accadesse di renderci conto che la nostra vita sta scorrendo priva di un senso vero, senza “frutti”, questa sarebbe una Grazia grandissima. Perché nella vita concreta di qualcuno di noi, malgrado tu sia forse anche un cosiddetto “bravo praticante”, forse non si è ancora realizzato ciò che significa davvero essere cristiano.
I frutti mostrano se abbiamo o no accolto Cristo: se in noi vive ancora l’uomo vecchio, sempre cercando noi stessi in tutto, mettendo il nostro Io al di sopra di tutto e di tutti, incapaci di donarci, di consegnarci, non volendo mai perdonare nessuno, ma pretendendo ed esigendo, passando la vita colpevolizzando gli altri. Però il Vangelo dice anche che il Signore ” ha ancora pazienza”, come il vignaiolo del Vangelo.
Allora domandiamoci, senza maschere: “Io ho fede? Si vede che abita in me lo Spirito del Signore oppure sono ancora questo uomo vecchio, della carne? Ho io gli atteggiamenti di Cristo, che ama e perdona?” E se oggi scopri che in te vivono ancora gli atteggiamenti dell’uomo vecchio, devi chiedere al Signore di convertirti: metterti a pregare, magari anche digiuna.
Chiedi in ogni modo al Signore la Grazia della conversione, sopra ogni altra cosa. Perché la fede e la Grazia sono doni gratuiti di Dio, ma c’è bisogno di chiedere e di accogliere questa Grazia da parte nostra.
C’è un tempo, questo che stiamo vivendo oggi, per approfittare di questa Grazia, della pazienza di Dio.