02.11.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Quante volte anche noi ci saremo chiesti, come lo scriba del Vangelo di Marco di questa domenica: “Ma qual è il comandamento più importante, fondamentale?”
Gesù ci risponde, non solo citando lo Shemà come fa con lo scriba, “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza“, ma con la Sua vita: amare Dio e amare il prossimo, come conseguenza naturale.
Perché non possiamo imporci di amare, amare non potrà mai essere un obbligo, ma solo la conseguenza di aver scoperto un amore più grande, quello di Cristo per noi. Un amore così grande che ci consente di amare anche chi ci fa del male, anche i nemici.
Questo è il Cristiano, un uomo che fa presente lo Spirito di Gesù Cristo in mezzo ad un mondo che non lo conosce.
Scrive in proposito San Gregorio Magno che “Chi trascura di amare Dio, non sa amare il prossimo e progrediamo in modo più autentico nell’amore di Dio se prima nel grembo del suo amore riceviamo il latte della carità del prossimo” (Commento morale a Giobbe, II).