30.08.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Gesù nel Vangelo di Marco di questa domenica descrive così i farisei a cui sta parlando: “Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me”.
Da questa descrizione deriva il termine “fariseismo”: chi ostenta rigorismo morale, preoccupandosi però più dell’apparenza che della sostanza, si legge nel vocabolario.
E’ l’attitudine di mostrare qualcosa che non corrisponde al nostro cuore, in qualche modo recitare una parte per essere apprezzati o per qualche altro interesse.
Un rischio anche nella religione, una tentazione che non è sempre facile evitare, che nasce sempre da non aver conosciuto chi è Dio se non superficialmente e quindi non saper confidare in Lui ma su altre cose, altri idoli.
Il Signore vorrebbe abitare nel nostro cuore, se noi glielo permettiamo: lì vuole seminare il Suo Spirito, una pianta che fa rami tanto belli che gli altri possono in noi trovare ristoro. Allora quello che esce dal nostro cuore diviene “Grazia” per noi e gli altri: non menzogne ma verità, non più giudizi ma comprensione; non più avarizia e sospetto, ma generosità; non superbia ma umiltà e mitezza.
Se non permettiamo a Gesù di entrare con il Suo Spirito nel nostro cuore, la nostra fede rimane qualcosa di esterno: un albero che non ha radici. Basta un po’ di vento e porta via tutto: basta una difficoltà, un’ingiustizia sul lavoro, un’aspettativa delusa e tutto il nostro seguire il Signore i buoni propositi, scompaiono.
Allora, Signore, aiutaci a non resistere alla tua Grazia, che possiamo diventare questi “vasi” modellati su di Te, vasi d’Amore.