12.07.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Andare senza sicurezze: questa è la forza degli apostoli inviati da Gesù ad annunciare il Vangelo.
Leggere queste pagine può far pensare ad una cosa d’altri tempi, oppure ad una chiamata speciale per i monaci, i preti o altri consacrati. Non è così. Ancora non era nato il sacerdozio, né c’erano monaci o suore quando accade quanto scritto in questo Vangelo; semplici persone, gli apostoli, che volevano seguire Cristo. Sul serio, senza parentesi o compromessi.
Perciò obbediscono ad una Parola, alla Parola di Gesù: andate senza né pane, né sacca, né denaro nella cintura. E sperimentano che solo Dio basta, che il Signore non solo provvede ai “suoi”, a chi si fida di Lui, ma compie attraverso di loro miracoli e guarigioni.
Tutto il contrario di quello che spesso noi viviamo, sempre intenti ad accumulare, a difendere le “nostre” cose, a crearci sicurezze che poi al momento del bisogno…non ci serviranno a nulla. Può accadere che anche se ci siamo “consacrati” al Signore siamo attaccati a tante cose, a tante comodità, alla stima o all’affetto. Tutto questo ci impedisce di esultare, di lasciare agire lo Spirito di Cristo che opera in noi. Perché ci siamo attaccati ad un altro spirito, quello del mondo, quello che sembra riempirci, ma in realtà ci rende schiavi.
Quanti Istituti religiosi oggi sono proprietari di palazzi e ricchezze, ma da anni sono senza nemmeno una vocazione: forse hanno lasciato lo Spirito di Cristo, per cercare “altre” sicurezze.
San Francesco d’Assisi quando decide di seguire Cristo abbandona tutto, con la Sapienza di chi ha scoperto che basta attaccarsi a poco per vivere una vita da schiavo, una vita sprecata a difendere le cose che scompariranno con noi.
Oggi il Signore ci chiama invece alla libertà: una libertà che si fonda sul fidarsi di Lui.