15.06.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Quanto è piccolo il seme di una pianta, che un giorno diventerà un albero meraviglioso.
Un albero dove potranno riposarsi alla sua ombra, raccogliere frutti succulenti, servirsi dei suoi rami per costruire case o scaldarsi al fuoco.
Ad una sola condizione: che verrà innaffiato, curato e seguito.
Questo vale per la nostra fede, come ci dice Gesù questa domenica nel Vangelo di Marco. E non è un impegno intellettuale o di sola volontà: è un’opera che compie in noi lo Spirito Santo. Come lo faccia non lo sappiamo ma sappiamo però che è un dono che viene dal Cielo.
Come un piccolo seme anche la nostra fede può però essere calpestata, ignorata, trascurata. Troppo spesso la consideriamo un optional, qualcosa a cui dedicarci se rimane tempo, se non ho altre cose più importanti da fare…più pratiche o divertenti.
E così non troveremo mai in noi i frutti della fede: non ci riposeremo all’ombra dei suoi rami, ma saremo sempre affannati a ricercare le “nostre consolazioni”; forse avremo solo qualche momento di trasporto, ma la nostra vita andrà in altre direzioni, troppo occupata in altre cose.
Quanto sarebbe bello invece se mettessimo Dio al primo posto. Che frutti di pace e di gioia interiore, che meravigliose opere d’amore nella nostra vita…invece di essere preoccupati di “essere”, amati e apprezzati, di costruirci vacanze dopo vacanze, rifiutando di pensare alle cose vere, passando così a vivere anni ed anni in una vita umanamente povera e meschina.
Dirà Gesù in un altro brano del Vangelo, tratto da Matteo: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.
Questa la promessa per chi rischia con Dio, che ci ripete anche la prima lettura di questa domenica, tratta dal libro del profeta Ezechiele: “Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico”.