29.12.2017 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Che bella la vita della famiglia di Gesù. Maria e Giuseppe osservano le loro tradizioni, portano Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, secondo la legge ebraica. Non accampano privilegi, non cercano soluzioni diverse, ma obbediscono, come tutte le altre famiglie del tempo. In questa semplicità c’è tutta la sapienza che nasce dall’umiltà: per questo tra tanti modelli, le nostre famiglie cristiane che desiderano sapere come vivere la loro vocazione, possono guardare alla Santa Famiglia di Nazareth.
Storditi dai tanti “sapienti del mondo”, maestri di vie d’infelicità, modelli solo di egoismo, che dimostrano chiaramente nelle loro vite sbandate, rischiamo di perdere il gusto delle cose semplici e vere. Abbiamo tutti bisogno di difendere, soprattutto nelle famiglie, di queste cose piccole e semplici: l’attenzione al bisogno dell’altro, il perdono, la fedeltà, la sincerità, l’ascolto, il lavoro onesto, la preghiera insieme.
Tutte cose che oggi “i maestri d’infelicità” deridono e sbeffeggiano. Ma nella prima lettura di questa domenica del libro della Genesi ascoltiamo che “Abramo credette al Signore che glielo accreditò come giustizia”
Il Signore ci aiuti allora a fidarci di Lui, a fondare su questa fiducia le nostre famiglie, per costruire la nostra e l’altrui felicità.